La strategia della formichina: così Turkish Airlines ha costruito il suo impero globale
Turkish Airlines oggi è la compagnia che serve il maggior numero di destinazioni al mondo
Potremmo definirla la ‘strategia della formichina’. E’ quella che in una quindicina d’anni ha portato Turkish Airlines a trasformarsi da mediocre, periferica e secondaria (a dir tanto) compagnia turca a vettore globale. Anzi, il vettore più globale di tutti, visto che oggi è quella che serve il maggior numero di destinazioni al mondo. E, forse, il maggior competitor per le due ‘grandi del Golfo’: Emirates e Qatar Airways.
Turskish Vs Emirates, Qatar & co
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Queste ultime (soprattutto Emirates) hanno scelto di costruire le loro flotte su velivoli a fusoliera larga: Airbus A380 e A350, Boeing 777 e 787, andandosi a prendere grossi carichi di passeggeri nelle principali città d’Europa per poi trasportarle, attraverso i loro hub di Dubai e Doha, verso le grandi citta dell’Asia e dell’Oceania (e viceversa). L’asse Europa-Asia è il core business sul quale Emirates e Qatar Airways hanno costruito il loro impero commerciale fatto di grandi aerei e grandi numeri.
La formichina Turkish ha costruito il suo successo (nel 2022 è stata, tra le prime dieci compagnie al mondo per ricavi lordi, quella che ha fatto il profitto maggiore con 2,75 miliardi di dollari di utile) lungo una strada del tutto diversa, andandosi a prendere i passeggeri anche nelle città secondarie d’Europa, Medio Oriente e Africa attraverso una enorme flotta di velivoli a fusoliera stretta e con capacità di posti tra i 120 e i 200 passeggeri.
Turkish Airlines network capillare in tutta Europa e nel mondo
Prendiamo l’esempio italiano? Emirates vola a Roma, Milano, Venezia e Bologna, mentre Qatar Airways serve solo Roma e Milano. Turkish serve da Istanbul Roma, Milano, Venezia, Bergamo, Bologna, Napoli, Palermo, Catania e Bari.
Prendiamo la Francia? Emirates collega Dubai a Parigi, Nizza e Lione, mentre Qatar Airways vola da Doha nelle stesse città e il prossimo 18 luglio aggiungerà Tolosa. Turkish a Parigi, Lione, Nizza, Marsiglia, Bordeaux, Stasburgo e Tolosa. Ma è la Germania, Paese che ospita la più grande comunità di expat turchi, che il suo network fa davvero impressione, con 14 città servite da Istanbul.
In questa fitta ragnatela globale, che a fine 2022 comprendeva 331 destinazioni (Emirates ne ha 158 e Qatar Airways 174) servite con una flotta di 374 aeroplani (contro i 264 di Emirates e i 252 di Qatar Airways) manca solo l’Oceania. Dalla fine della pandemia circola notizia sui social dell’imminente avvio di un collegamento tra Istanbul e l’Australia, che tuttavia non sarebbe non-stop, ma con una ‘fermata’ a Singapore e sarebbe quindi poco concorrenziale rispetto ai voli di Emirates e Qatar Airways. Una data precisa di inizio dei voli non è stata ancora fissata, anche se si parla di dicembre e di un collegamento trisettimanale con Boeing 787-9 per Melbourne via Singapore.
La flotta di Turkish Airlines
Su alcuni collegamenti Turkish usa gli A330-300 e A330-200 a fusoliera larga, ma sulla stragrande maggioranza delle destinazioni e dei voli utilizza i Boeing 737 (-800, -900ER, MAX 8 e MAX 9), dei quali ha in flotta 80 esemplari, e i velivoli a fusoliera stretta di Airbus: A319, A320 e A321 che sono in tutto 122.
Quasi due terzi della flotta sono fatti da aerei di taglia medio-piccola, con il terzo rimanente costituito da A330-300 e A330-200 (47), Boeing 787-9 (17), A350-900 (14) e Boeing 777-300ER (35) e usato sui voli a lungo raggio in Nord America, Sud America, Africa occidentale e meridionale e Asia centrale e orientale.
Non solo in Europa, ma anche in Africa, Medio Oriente e Paesi ex Urss il network è capillare, grazie all’impiego di aerei in grado di fare profitti su mercati medio-piccoli. Al punto da sacrificare, talvolta, il comfort, come sui voli di oltre sei ore tra Istanbul e l’Africa centro-orientale, operati con Boeing 737-900ER e i piccoli di casa Airbus.
Il ruolo del nuovo aeroporto di Istanbul
Per anni, l’irruente crescita di Turkish aveva dovuto fare i conti con il collo di bottiglia rappresentato dallo scalo di Ataturk, circondato dalla periferia di Istanbul, dotato di sole due piste e con terminal sottodimensionati e sorpassati. Ma dal 29 ottobre 2018, il nuovo aeroporto di Istanbul ha aperto i battenti in una zona a nord della capitale e con spazi di crescita enormi. Dotato già oggi di un terminal di 1.400.000 metri quadrati di superficie, cinque ‘moli’ e 143 gates di imbarco, dispone di cinque piste e nel 2022 è stato il primo aeroporto d’Europa e il settimo al mondo per numero totale di passeggeri, con 71.820.000.
Di pari passo coi numeri, è cresciuta anche la qualità del servizio a bordo (e, con il nuovo aeroporto, anche a terra): agli Skytrax Awards 2023, Turkish è stata eletta per l’ottava volta ‘Migliore compagnia d’Europa’ e si è assicurata il premio per il miglior catering al mondo in Business ed Economy Class, dopo essersi aggiudicata innumerevoli riconoscimenti anche negli anni precedenti. Insomma, la formichina è diventata una farfalla. O, sarebbe meglio dire, una farfallona.