La low-cost non perdona: tre minuti al bagno? Volo perso. L’incredibile storia a Malpensa
“Non lo faccia mai più”, mi dice l’addetta all’imbarco al gate 16. Aeroporto di Malpensa, un mattino di fine estate […]

“Non lo faccia mai più”, mi dice l’addetta all’imbarco al gate 16. Aeroporto di Malpensa, un mattino di fine estate al Terminal 2, quello dedicato a easyjet. Sono appena stato ‘rimbalzato’ da un volo per Bari e il mio bagaglio da stiva sbarcato.
Vi chiederete cosa non dovrei fare “mai più”… Provare a imbarcarmi senza boarding pass o con un documento non valido? Portare a bordo un oggetto pericoloso? Macché… non dovrò “mai più” andare in bagno prima dell’imbarco.
In questo articolo:
Perché può capitare, come è successo a me, che quella visita alla toilette possa costarvi il volo. E una vacanza. O una visita a dei parenti o amici. O un appuntamento di lavoro. Non ce n’è: quando si viaggia con una low-cost bisogna tenere sempre le antenne alzate, come tante piccole formiche pronte a captare un segnale, un imprevisto. Altrimenti, sono ca…
La (tragicomica e incredibile) vicenda raccontata nel dettaglio: una mattina infrasettimanale di fine agosto raggiungo il Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa. Già alle 10 c’è un caldo infernale. Lascio l’auto al parcheggio P6, che si trova sì davanti al T2, ma io trovo posto tanto lontano che mi conviene aspettare la navetta che fa la spola tra i due terminal di MXP. I cinque minuti d’attesa più la camminata per raggiungere le partenze (la navetta ferma davanti agli arrivi), mi costano una sudata epica.
Alle partenze i terminali per etichettare e spedire il bagaglio da stiva sono molto intuitivi e in poco più di un minuto la mia valigia se ne va. Ho acquistato l’accesso al ViaMilano Fast Track, ma siccome c’è poca fila me lo tengo per occasioni ‘migliori’ (vale due mesi dal giorno indicato) e mi faccio una filetta di una decina di minuti ai controlli di sicurezza.
All’orario di partenza del volo easyjet 3527 per il capoluogo pugliese mancano ancora una trentina di minuti per cui, dopo una sosta per comprare una bottiglietta d’acqua, mi avvio all’uscita D16, che dista almeno mezzo chilometro dai controlli, essendo la penultima dell’aerostazione, per chi vola dentro Schengen.
Al gate i passeggeri sono ancora tutti lì: cioè, hanno passato il check della carta d’imbarco e del documento e stanno aspettando d’imbarcarsi sull’Airbus parcheggiato a una trentina di metri di distanza. Le porte a vetri che danno sul piazzale sono ancora chiuse. Scorgo un’insegna ‘Toilet’ a una decina di metri (forse meno) dal gate. Valuto la situazione e vado: mi servo del wc e mi lavo le mani. Quanto ci avrò messo? Tre minuti, a esagerare quattro?
Esco, e dei passeggeri non c’è traccia, tanto che penso di aver sbagliato direzione.
Invece, il gate è proprio il D16. Mi faccio avanti e una delle tre addette all’imbarco mi apostrofa così: “Lei è quello con il bagaglio imbarcato?”. Io accenno un sì e lei prosegue: “L’imbarco è chiuso, le stanno scaricando il bagaglio, mi spiace”. Io ribatto che sarò stato in bagno sì e no tre-quattro minuti e che mai in vita mia ho visto aprire e chiudere un imbarco così rapidamente. Lei sottolinea che i passeggeri avevano già i documenti e la carta d’imbarco visionati, mentre io no.
Vedo la mia valigia sotto l’aereo e provo la mossa disperata, chiedendo alla hostess di terra se esce sul piazzale e prova a chiedere agli addetti se la ricaricano a bordo. Il tutto avviene, si badi bene, mentre i passeggeri del mio volo stanno ancora salendo lungo le scalette. Lei, gentile, esce, parlotta con l’addetto che aveva appena staccato il nastro dalla ‘pancia’ dell’aereo, che le risponde ‘niet’. “Può recarsi agli arrivi e ritirare la sua valigia al nastro 1, poi alle partenze banco 37 le diranno come fare per prendere un volo successivo”.
Incredulo, forse un po’ frastornato, mi faccio ripetere la procedura e poi mi avvio mestamente verso gli arrivi pensando tra me e me che alle compagnie low-cost, dei loro passeggeri (ospiti si direbbe altrove, ma non qui), non frega davvero una mazza.
Informazione di servizio: per chi, come me, sia stato ‘rimbalzato’ da un volo, easyjet ha una tariffa speciale che si chiama Rescue: va acquistata a Malpensa presso il suddetto banco 37 del salone partenze del T2, entro un’ora dalla data di partenza del volo dal quale si è stati respinti. Nel mio caso era di 129 euro (sola andata). Come correttamente suggerito dalla stessa addetta al banco, conviene prima verificare che online non ci siano tariffe più convenienti. E poi, nel caso, procedere alla riprenotazione. La tariffa prevede le stesse condizioni di quella che si era originariamente acquistata, in termini di posto a bordo, bagaglio a mano e bagaglio in stiva.