Addio ai tempi d’attesa biblici: dall’11 marzo il passaporto si potrà richiedere anche alle Poste
L’ottenimento del passaporto è diventato, oramai, un miraggio nella maggior parte delle città italiane. Si tratta di un problema che […]
L’ottenimento del passaporto è diventato, oramai, un miraggio nella maggior parte delle città italiane. Si tratta di un problema che l’Italia si porta dietro da quasi due anni e che, secondo varie associazioni dei consumatori, ha causato non pochi disagi: stando a quanto dice Assoviaggi, tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, la lentezza della macchina burocratica ha fatto saltare quasi 100 mila viaggi.
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Gli open day
Si è cercato di ovviare al problema, senza tuttavia riuscirci completamente, con gli open day: trattasi di giornate nelle quali chiunque, senza prenotazione, ha potuto presentarsi nella propria Questura di riferimento per richiedere il passaporto. Ma non solo: molti uffici (a Monza e Mantova, per esempio) hanno deciso di aprire anche nel fine settimana e tutte le questure d’Italia si sono mobilitate per aumentare il personale degli uffici passaporti.
Perché i tempi per ottenere il passaporto si sono dilatati a tal punto
Tra le cause scatenanti di questo annoso problema spicca, evidentemente, l’accumulo degli arretrati dovuto al Covid. Anche la Brexit, tuttavia, ha inciso nei ritardi per il rilascio dei passaporti: la Gran Bretagna, infatti, rappresenta una delle mete più gettonate dagli italiani – provenienti soprattutto dal Nord Italia – e per accedervi non è più sufficiente la carta d’identità; anche per questo, dunque, gli ingranaggi della macchina burocratica si sono inceppati.
Il nuovo progetto Polis potrebbe risolvere il problema
Ora, però, potremmo scorgere la luce in fondo al tunnel. L’11 marzo prossimo prenderà il via la sperimentazione del progetto Polis, il quale consentirà anche agli uffici di Poste Italiane di rilasciare il tanto agognato passaporto.
L’esperimento, ideato durante l’emergenza Covid, interesserà inizialmente circa 7 mila uffici di altrettanti piccoli centri, ovverosia quelli che contano meno di 15 mila abitanti: la speranza è che, in futuro, il progetto venga esteso anche alle grandi città.
Niente più prenotazioni nel portale della questura, dunque: per ottenere il documento valido per l’espatrio sarà sufficiente recarsi all’ufficio postale del proprio comune, consegnare un documento di identità valido, il codice fiscale e due fotografie; sarà necessario, poi, pagare il bollettino postale di €42,50 e una marca da bollo da 73,50 euro. Gli operatori degli uffici postali, infine, raccoglieranno le informazioni del cittadino e i suoi dati biometrici – foto e impronte digitali – e si occuperanno dell’invio della documentali agli uffici di Polizia.
Nulla di più semplice; sulla carta, perlomeno. Speriamo bene.
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