Pesa e costa di più, ma è bello e si fa notare: nei cieli è di moda il blu
Agli albori della cosiddetta ‘jet age’, ossia l’era degli aeroplani a reazione, il ‘must’ in fatto di livree era quella […]
Agli albori della cosiddetta ‘jet age’, ossia l’era degli aeroplani a reazione, il ‘must’ in fatto di livree era quella che in inglese viene definita ‘cheatline’: una lunga striscia, più o meno sottile, che correva dal muso alla coda degli aerei all’altezza degli oblò della cabina passeggeri.
In questo articolo:
La cheatline
Ce l’avevano, la ‘striscia’, Alitalia, Swissair, Sabena, KLM, Iberia, TAP Portugal, Aer Lingus, British European Airways, Air France, Austrian, Lufthansa, Olympic, Finnair e SAS in Europa; American, Delta, United, Pan Am, Twa e Air Canada in Nord America. Japan Airlines, Cathay Pacific, Thai e poi anche Singapore Airlines in Asia; Qantas e Air New Zealand in Oceania; Varig in Sud America; Royal Air Maroc e South African Airways in Africa. Giusto per dire quanto, quello stile, fosse autenticamente globale.
La prima a scostarsi, in parte, da quel format fu l’olandese KLM che a partire dal 1971 dipinse di azzurro la parte superiore della fusoliera, pur mantenendo la ‘cheatline’ blu scura lungo gli oblò, a separare la parte inferiore della carlinga, dipinta di grigio (nel 1974 l’irlandese Aer Lingus la seguì a suo modo, pitturando di verde scuro la parte superiore della fusoliera).
All’estremità opposta del continente euroasiatico, nel 1984 fu Korean Air a seguire le orme di KLM colorando la parte superiore dei suoi aerei di azzurro, anche se di una tonalità più chiara rispetto a quella olandese.
E una dozzina di anni più tardi il blu comparve sugli Airbus di Air Tahiti Nui, la compagnia di bandiera del paradiso nel Pacifico.
In Italia, Neos si affermò anche grazie ai suoi aerei riconoscibilissimi per l’azzurro chiaro delle fusoliere, simile a quello della belga Tui Fly.
L’Eurowhite
Altrove, salvo rarissime eccezioni (l’all-black di Air New Zealand, il grigio-canna di fucile di United, l’argento di Northwest Airlines quelle più significative), quando la ‘cheatline’ passò di moda nel corso della prima decade del nuovo Millennio) venne sostituita da quello che venne battezzata come ‘Eurowhite’, ossia la tendenza da parte di tantissime compagnie (soprattutto europee) a dipingere quasi interamente di bianco i loro aerei, con la sola eccezione del logo in coda e, in alcuni casi, del nome della compagnia stessa a caratteri cubitali lungo la fusoliera.
Persino Aer Lingus, qualche anno fa, ha abbandonato il verde (che in irlanda è il ‘colore’ nazionale) per aggiungersi alla squadriglia dei ‘fantasmini volanti’.
Nel blu dipinto di blu
Negli ultimi due anni, tuttavia, il colore pare essere tornato. O meglio, un colore: il blu/azzurro nelle sue varie sfumature. La prima era stata nel maggio 2021 l’americana Breeze, ultima creatura del guru delle compagnie aeree (ne ha fondate cinque nel corso della sua vita) David Neeleman.
Ma a noi italiani piace pensare che a lanciare il trend del blu sia stata nel 2022 ITA Airways con i suoi aerei interamente verniciati di ‘Blu Savoia’. Tanto belli (soprattutto quelli a fusoliera larga) e tanto riconoscibili da essere diventati in brevissimo tempo un’icona.
E siccome l’Italia da sempre fa moda, ecco nel 2023 spuntare due altre livree blu. Alla faccia di chi dice che il ‘colore’ rende gli aerei più pesanti (e quindi più ‘cari’ in termini di carburante) ed è anche più costoso da applicare.
Una è quella, magnifica, svelata pochi giorni fa dal nuovo vettore saudita Riyadh Air: un blu scuro con riflessi violacei.
L’altra, meno solenne ma di sicuro impatto, quella mostrata al mondo mercoledì dall’americana JetBlue. Volare, nel blu e dipinti di blu. Domenico Modugno lo cantava (più o meno) già nel 1958. Quando nei cieli l’’ultimo grido’ quanto a corporate brand era la ‘cheatline’.