Ho chiesto ad un assistente di volo come funzionano i riposi e i turni a bordo degli aerei
Ho chiesto ad Alessandro, assistente di volo e amico, di raccontarmi come funzionano i riposi e i turni a bordo […]
Ho chiesto ad Alessandro, assistente di volo e amico, di raccontarmi come funzionano i riposi e i turni a bordo degli aerei, anche alla luce del successo dell’articolo pubblicato nei giorni scorsi dove mostravo i diversi crew rest.
Limiti stabiliti per legge
In questo articolo:
La pianificazione del riposo in volo nasce dalla necessità di operare tratte di lungo e lunghissimo raggio preservando la salute psicofisica dell’equipaggio e con essa la sicurezza dei passeggeri. Il legislatore, EASA nel caso europeo, pone molta enfasi al rispetto del periodo di recupero di piloti ed assistenti di volo, essendo dimostrati gli effetti negativi sull’attenzione, la memoria, la coordinazione e più in generale le prestazioni quando non si rispetta il naturale ritmo sonno – veglia del corpo.
Sono così stabiliti severamente limiti orari di servizio, definito duty time, e limiti di ore di volo effettivo, definito flight time, nel quale l’equipaggio è autorizzato ad operare.
Il Duty time
Il duty time è il nostro orario di lavoro, ossia il tempo che trascorre dal momento in cui si arriva alla crew briefing room, generalmente 60/90 minuti prima del primo volo, al debriefing finale dell’equipaggio, circa 30/60 minuti dopo l’ultimo volo. Il flight time, invece, tiene in considerazione esclusivamente i minuti di volo dal momento in cui vengono tolti i “tacchi” al gate a quello in cui vengono spenti i motori al gate di destinazione.
I turni degli equipaggi naviganti sono così creati da un complesso sistema di calcolo che tiene in considerazione diversi fattori, quali i limiti di servizio giornalieri, settimanali, mensili ed annuali, il numero di ore di riposo consecutive delle quali si è goduto, il numero di fusi orari nei quali si starà lavorando e quelli in cui si è lavorato nei turni precedenti e persino durante quali fasce orarie si è lavorato, in quanto lavorare durante i minimi circadiani, tra le 2 e le 5 di mattina, cioè le ore durante le quali il nostro corpo è programmato per dormire, è sicuramente più stressante che lavorare durante i massimi circadiani, tra le 16 e le 18, quando il nostro fisico è programmato per essere caldo, attento, vigile e reattivo.
Da questo complesso sistema di calcolo, vengono stabiliti i turni che generalmente non possono comunque superare le 12/13h di servizio: limiti che possono (a discrezione del comandante, dopo aver ascoltato tutti i membri dell’equipaggio) essere estesi di 2 o 3 ore a seconda del caso.
Voli a lungo raggio, come funziona
Ma come è possibile effettuare voli a lunghissimo raggio se l’equipaggio non può lavorare più di 13h e di queste non tutte possono essere di volo? Senza pensare che a breve arriveranno voli da 20 ore. La risposta è semplice: è necessario aumentare il numero dei componenti dell’equipaggio e provvedere a delle segretissime e gelosamente custodite zone di riposo.
La normativa prevede quindi che l’orario di servizio e di volo possa essere esteso in base al numero di componenti aggiuntivi, che generalmente consta di uno o due piloti ed un numero sufficiente di assistenti di volo, ed alla qualità dell’ambiente destinato al riposo degli stessi, oltre che dal numero di tratte che verranno effettuate.
È quindi possibile raggiungere le 18h di servizio per un equipaggio a condizione che siano presenti almeno due piloti aggiuntivi, siano disponibili cuccette per il riposo di 1° classe e che verrà effettuata una sola tratta.
In particolare, la normativa distingue tra:
- Struttura di riposo di classe 1: cuccetta separata dalla cabina passeggeri; non necessariamente privata ma adatta a dormire in piano o quasi in piano.
- Struttura di riposo di Classe 2: all’interno della cabina passeggeri, ragionevolmente libera da possibili disturbi da parte dei passeggeri o dell’equipaggio, ma separata solo da una tenda o simile. In questo caso lo schienale deve essere reclinabile ad un angolo di almeno 45° e deve essere dotato di un supporto per gambe e piedi.
- Struttura di riposo di classe 3: all’interno della cabina passeggeri, ma separata solo da una tenda o simile. In questo caso lo schienale deve essere reclinabile ad un angolo di almeno 40° e deve essere dotato di un supporto per gambe e piedi; non può essere adiacente ad alcun posto occupato da passeggeri.
Ogni compagnia aerea implementa nelle proprie SOP “Procedure Operative Standard” in relazione a come vengono gestiti i turni di riposo a bordo. Generalmente il comandante è sempre presente durante le fasi di decollo, avvicinamento ed atterraggio, mentre per quanto riguarda i riposi del personale di cabina, essi vengono stabiliti dai responsabili delle relative cabine (business ed economy), anche se generalmente ci si accorda tra membri dell’equipaggio in pieno spirito di collaborazione.
La normativa stabilisce che per i piloti il riposo debba essere di almeno 90 minuti o due ore per il pilota che sarà in controllo durante l’atterraggio. Per l’equipaggio di cabina il riposo può durare da 1 ora per i voli più brevi a 5 ore per viaggi lunghi ed è generalmente suddiviso in due turni di riposo che seguono i servizi dei pasti.
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