A bordo di VietJet, la low-cost che vuole fare concorrenza ad AirAsia: peccato per i passeggeri e gli odori
Ho volato per la prima volta in vita mia con VietJet, compagnia low-cost vietnamita che opera tantissimi voli nel sud […]
Ho volato per la prima volta in vita mia con VietJet, compagnia low-cost vietnamita che opera tantissimi voli nel sud est asiatico e che compete con AirAsia il dominio dei cieli “no frills.”
In questo articolo:

- Specifiche
- Aeromobile:
- A320
- Classe:
- Economy
- Tratta:
- HKT - HAN
- Prezzo:
- 110,35$
Prenotazione
Ho preso un biglietto quasi last minute per volare da Phuket ad Hanoi, unico volo diretto tra le due città e perfetto come orari, ad un prezzo di circa 110$, avevo tante opzioni più economiche ma tutte con scalo.
Sarei potuto passare da Bangkok con AirAsia, da Ho Chi Min con Vietnam Airlines, per non parlare di altre soluzioni fantasiose come Singapore, Kuala Lumpur o Hong Kong, ma questa volta ho preferito fare quello avrebbero fatto tutti: un volo diretto economico.
Il problema, quando si vola con queste compagnie è sapere cosa è compreso e cosa no. Nessuna low-cost è come Southwest, dove tutto è compreso, e spesso tra opzioni di extra e inviti ad acquistare pezzi del biglietto si corre sempre il rischio di sbagliare.
In questo caso VJ ha una politica sul bagaglio a mano molto rigida, la tariffa base permette solo 7kg di bagaglio, offrendo la possibilità di pagare per avere 2kg extra.
Purtroppo non sono riuscito a gestire la prenotazione online e per i voli internazionali non è nemmeno possibile fare check-in in autonomia, ma bisogna per forza passare dai banchi in aeroporto.
Sono arrivato un pochino prima, proprio perché volevo evitare di avere sorprese e invece sorriso Thai anche qui e via libera anche se avevo 10.3kg di trolley. Non c’è molto spazio pubblico in questo aeroporto, ma per fortuna il mio partner di viaggio della Level8 all'occasione si trasforma e diventa un perfetto supporto per lavoro e svago, se ti piace con il codice TFC10 hai il 10% di sconto.
In aeroporto
A Phuket volano tutti i principali vettori mondiali che coprono la Thailandia. Qui ci vola Emirates con i suoi 777, ma anche Qatar, Singapore Airlines e perfino l’israeliana El Al, oltre ovviamente tutte le low-cost dell’area.
Passati i controlli ho trovato un aeroporto vivo e pieni di viaggiatori e negozi, uno scenario decisamente diverso all’ultima volta che ero passato da queste parti.
Mi sono diretto nella Coral Lounge, l’unica accessibile con Priority Pass e qui ho atteso il mio volo.
La cosa che mi ha stupito è che tutti i passeggeri hanno atteso seduti l’apertura del Gate. Non c’era nessuno in piedi davanti alla corsia del Gate !0 per saltare a bordo, poi magicamente appena è stato fatto l’annuncio sono spuntati tutti tranquillamente in coda. Altro che imbarco in Italia, il tutto senza priorità, zone o imbarco a file. Quasi incredibile da credere.
A bordo
L’aereo è un A320 abbastanza vissuto, la configurazione è la classica 3-3 e lo spazio per le gambe è ridotto ai minimi termini.
L’aereo si è riempito piano piano e alla fine siamo partiti con quasi il 100% di load factor. Vista la rigida politica sul bagaglio in cabina non ci sono state le classiche scene come avviene su qualsiasi volo in Europa con assistenti di volo modello giocatori di Tetris che impazziscono per incastrare tutti i bagagli.
Mi sono assegnato un posto lato finestrino, in modo da non essere disturbato da nessuno e poter ammirare il panorama durante il volo.
Il problema dei voli in Asia, come in India, sono i passeggeri e quello che si portano da mangiare a bordo.
A me è capitata una famiglia che probabilmente pensava di morire di fame durante le 2 ore e 30 minuti di volo.Ok il mandarino, che profuma l’aria, ma se poi inizi a mangiare roba da sacchetti con odori incomprensibili non è proprio il massimo.
Se poi aggiungiamo che i piedi (scalzi) del padre sono stati a 1cm da me per tutto il volo e che mentre mangiava, come nelle migliori tradizioni asiatiche sputacchiava nel tovagliolo (a distanza di 50 cm) si capisce perché tendo ad evitare la economy a queste latitudini del mondo.
Per il resto il volo è filato liscio, con l’equipaggio che è passato con il carrello a vendere da mangiare, ma senza disturbare troppo.
In conclusione
Spostarsi nel sud-est asiatico è facilissimo, certo a differenza dell’Europa dove l’area Schengen semplifica le attività, qui bisogna essere pronti a fare immigrazione e dogana ogni volta che si atterra e decolla, ci sono posti come Singapore dove è tutto automatizzato e come la Thailandia che timbra ancora due volte il passaporto.
Io ero diretto in Vietnam e prima di imbarcarmi ho dovuto mostrare il biglietto di uscita, ancora per qualche giorno era in vigore la vecchia legge che permetteva 15 giorni di visto all’arrivo per gli italiani. Adesso invece chi arriva in aereo può rimanere 45 gg senza alcun problema, salvo farsi la chiacchierata con l’agente dell’immigrazione e pagare il visto.

Pro
- Volo in orario
- Sono arrivato a destinazione
Contro
- I passeggeri
- Politica bagaglio a mano stressante