Aeroporto di Amsterdam, nessun taglio ai voli nel 2024: cosa cambia per JetBlue e Klm
Stop al taglio dei voli sull’aeroporto di Amsterdam Schiphol. Dopo un lungo anno passato ad annunciare l’importanza di ridurre rumore, […]
Stop al taglio dei voli sull’aeroporto di Amsterdam Schiphol. Dopo un lungo anno passato ad annunciare l’importanza di ridurre rumore, inquinamento e aerei sul principale scalo del Paese, il governo olandese ha deciso per un dietrofront netto.
In questo articolo:
Martedì scorso, infatti, l’esecutivo ha deciso di sospendere il suo piano per limitare il numero di voli notturni e il transito di jet privati su Schiphol.
Il piano avrebbe dovuto ridurre l’inquinamento sia acustico sia ambientale. Secondo un portavoce del governo, inoltre, il piano è stato sospeso a causa dell’opposizione del governo degli Stati Uniti che lo giudicava in contrasto con gli accordi sui voli tra gli States e l’Europa.
Cosa prevedeva il piano
L’impatto del supposto piano avrebbe eliminato circa 50mila collegamenti annui con il numero di voli limitato a 452.500 per il 2024, circa il 10% in meno rispetto al picco pre-pandemico di 500.000.
Prima di tutto sarebbero stati sacrificati i voli notturni su Amsterdam. Secondo la norma del governo olandese, infatti, sarebbero stati gradualmente eliminati tutti i collegamenti in arrivo tra la mezzanotte e le cinque del mattino. Inoltre venivano cancellati anche tutti i voli in partenza tra mezzanotte e le sei del mattino (ad oggi una quindicina al giorno tra le 4.00 e le 6.00).
Era presente, inoltre, il divieto per gli aerei più rumorosi (quindi i più vecchi, ndr) e per i jet privati e veniva abbandonata definitivamente l’idea di aprire un’ulteriore pista di atterraggio, ipotesi che rispondeva anche alla grande crescita della domanda di voli negli ultimi anni.
Il caso JetBlue
Il piano era stato molto contestato da numerose compagnie aeree, fra cui Delta Air Lines e Air France-Klm. Quest’ultima vedeva ridurre sensibilmente le operazioni della compagnia olandese Klm che ha proprio in Schiphol il suo hub globale.
Il taglio imposto dal governo prevedeva, infatti, che circa 24 compagnie aeree – che non detengono i cosiddetti diritti storici – non avrebbero avuto più diritto agli slot di decollo o atterraggio. Mentre quelle con i diritti storici avrebbero dovuto ridurre il loro traffico in aeroporto del 3,1%.
Un’altra grande oppositrice del piano era la compagnia aerea statunitense JetBlue. A pochi mesi dall’avvio delle operazioni (agosto 2023) e dopo una lunga battaglia legale, il vettore aveva ricevuto qualche giorno fa la notifica che gli imponeva di rinunciare ai voli da New York JFK e Boston verso la capitale olandese, proprio a causa dell’introduzione del nuovo piano di tagli.
Una decisione che suonava come una vera e propria beffa ai danni di JetBlue che per lunghi mesi ha dovuto combattere contro la spinta protezionista dell’Olanda che voleva evitare l’ingresso del vettore sulle rotte dove è incontrastato il dominio di Klm.
La battaglia legale che ne è seguita ha visto trionfare le ragioni di JetBlue che solo ad aprile scorso ha avuto la conferma degli slot.
Cosa accade ora
Adesso, con il ritiro del piano da parte del governo olandese, è ipotizzabile che JetBlue non solo non si ritirerà da Amsterdam, ma proverà ad aumentare i voli in vista della prossima stagione estiva 2024. Nel frattempo, il vettore Usa aveva già richiesto l’autorizzazione a volare tra New York JFK e Boston su Lisbona; spostando l’attenzione sul mercato portoghese.
La compagnia di casa, Klm, invece, ha detto che proseguirà il piano di rinnovamento della flotta per ottenere aeree più moderni, silenziosi ed ecologici. In generale, però, la compagnia aerea può tirare un sospiro di sollievo ed evitare di stravolgere un network che andava ripensato in base alle norme del governo.
Il “prezzo” da pagare, però, sarà quello di dover competere sulle rotte transatlantiche con le tariffe aggressive e i servizi di qualità offerti da JetBlue.
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