Finnair ha riciclato il 99% di un Airbus: che fine faranno i pezzi?
Per la prima volta in Finlandia un aereo commerciale è stato riciclato totalmente. Ci ha pensato Finnair, in collaborazione con […]
Per la prima volta in Finlandia un aereo commerciale è stato riciclato totalmente. Ci ha pensato Finnair, in collaborazione con uno dei suoi partner, Kuusakoski, e il risultato finale è andato ben oltre le più rosee aspettative. Il vettore ha messo le mani su un Airbus A319, il cui “ciclo vitale” poteva ormai dirsi concluso dopo ben 21 anni trascorsi in volo. Fino a poco tempo fa le scelte sarebbero state due: lasciarlo marcire in uno degli spazi a disposizione della società o ridurlo in pezzi e gettarlo via. Fortunatamente Finnair ha scelto una via ecologicamente sostenibile, riciclando questo bestione dei cieli.
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“Questo progetto di riciclaggio ci ha consentito di concentrarci su qualcosa di positivo nel corso di questo difficile periodo. Siamo felici di poter impiegare i nostri tecnici alla manutenzione. È stato grandioso scoprire che siamo in grado di effettuare operazioni di questo genere”. Queste le parole di Timo Rossi, Project Manager di Finnair Maintenance. Non si è trattato del primo progetto di riciclaggio in assoluto per il vettore, ma in passato mai nulla del genere era stato tentato. Nulla che prevedesse una tale mole di lavoro e soprattutto di materiale da riutilizzare.
Airbus riciclato, che fine hanno fatto i pezzi?
Le aspettative di Finnair erano più basse rispetto a quanto poi si è effettivamente riusciti a raggiungere. L’ipotesi iniziale si attestava tra il 90% e il 95% dell’aeromobile. Ecco quanto si supponeva di poter riutilizzare. I pezzi sottratti che avranno nuova vita, invece, rappresentano ben il 99.2%, con una produzione di rifiuti pari ad appena lo 0.8%.
Il vettore stima una rimozione di ben 2.000 parti dal velivolo. Alcune sezioni saranno riutilizzate all’interno della flotta, altre invece saranno vendute ad aziende esterne. Vendere componenti vuol dire ottenere un ritorno economico immediato, ma il guadagno maggiore proviene da altri due aspetti. Rossi, infatti, ha sottolineato l’importanza di poter risparmiare denaro per l’acquisto di componenti che ora sono già in magazzino grazie a questo Airbus. A ciò si aggiunge l’enorme risparmio del non avere un enorme ammasso di ferro e plastica inutilizzato in pista.
Sono state recuperate 15 tonnellate d’alluminio, circa. Qualcosa che fa molta gola all’industria automobilistica, che da tempo sfrutta questo materiale riciclato per i nuovi modelli prodotti. Kuusakoski ha inoltre recuperato un gran quantitativo d’energia, pari al 7.4% del mezzo. Il 4.2% dello stesso, invece, sarà sfruttato per la ricerca. Nello specifico si fa riferimento a quella relativa i materiali compositi.
Finnair, il futuro del riciclaggio
Ad oggi non vi sono garanzie in merito a un progetto di riciclaggio a lungo termine. Questo potrebbe anche risultare un esperimento ambizioso, ma destinato a restare un unicum per il vettore. Lo stesso dicasi per la scelta di smembrare l’Airbus all’interno dei propri stabilimenti. Una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Non è detto, però, che si ripeta in futuro: “Prenderemo questo tipo di decisioni di volta in volta, aereo dopo aereo”. Scelte da fare nel corso del prossimo anno, considerando come vi siano ben 16 Airbus A319s e A320s che sono ad un passo dal compiere 20 anni di volo.
“Al momento non abbiamo in programma di ripetere l’operazione con altri aeromobili fuori uso. È una decisione che non è stata ancora presa. Sappiamo però che abbiamo le capacità per farlo ancora, qualora volessimo. A questo è servito completare questo primo processo”.