Kigali-Parigi nella ‘vera’ Business di Rwandair: la compagnia rwandese è la migliore in Africa?
Dopo l’esperienza decisamente rivedibile del mio volo di andata da Parigi a Kigali, il destino (che talvolta non è cinico […]
Dopo l’esperienza decisamente rivedibile del mio volo di andata da Parigi a Kigali, il destino (che talvolta non è cinico e baro) ha voluto che sul mio volo di ritorno a Parigi, Rwandair avesse declinato la sua ammiraglia, l’Airbus A330-300. Questo aereo, insieme a uno dei due A330-200 in dotazione alla compagnia africana, era stato allestito alla sua consegna, nel novembre 2016, con una delle migliori cabine di Business Class dell’intero continente africano, facendo giustamente balzare Rwandair all’attenzione dei media specializzati in trasporto aereo.
In questo articolo:
- Specifiche
- Aeromobile:
- A330
- Classe:
- Business
- Tratta:
- KGL - CDG
- Prezzo:
- Press trip
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A Kigali avevano scelto un allestimento con una configurazione 1-2-1 praticamente unica a quei tempi in Africa (fatta eccezione per South African Airways) e che si difende benissimo anche oggi. I 30 Thompson Vantage XL (gli stessi che ITA Airways ha scelto per i suoi A330-900) occupano tutta la sezione anteriore (tra le prime due porte) dell’aereo.
Il biglietto di Business Class dà diritto a un banco check-in dedicato nel salone partenze dello scalo di Kigali, al fast track al controllo passaporti (ma non ai controlli di sicurezza) e all’accesso alla ‘Dream Lounge’. Quanto Rwandair, per un ulteriore salto di categoria, abbia bisogno del nuovo aeroporto che, forse, nel 2026 a 25km a sud della capitale, lo si capisce dall’aspetto dei gate di imbarco e anche dalla lounge esistente.
Riservata ai passeggeri di Business Class della sola compagnia di bandiera (oltre che ai passeggeri Gold e Diamond del programma Frequent Flyer ‘Dream Miles’), la lounge offre il wi-fi gratuito e una discreta varietà di cibi caldi e snack, ma l’offerta di alcolici non include vino di alcun tipo. L’ambiente, nonostante le poltroncine colorate e alcuni quadri alle pareti, è decisamente freddo e spoglio e le luci bianche al soffitto non aiutano.
Saliti a bordo dell’A330-300 le cose, per fortuna, cambiano decisamente anche se si resta un po’ di stucco perché, mentre la livrea di Rwandair è bianca e blu, per gli interni della Business Class sono stati scelti il verde (dei sedili), il marrone (dei poggiatesta, dei cuscini e delle coperte) e il grigio dei tappeti e della enorme consolle in dotazione al Vantage XL. Ma se ci si pensa, il verde (delle colline) e il marrone (della terra) sono proprio i colori del Paese africano. Il grigio dà un tocco di eleganza così come il mood lighting.
Per il mio volo di ritorno, facendo il check-in attraverso la app della compagnia, mi ero scelto il 4H (un posto finestrino sul lato destro della cabina) ma poi, vedendolo un po’ fiacco nelle imbottiture di cuscino e schienale e approfittando del fatto che in Business eravamo solo in dieci, ho pensato di attraversare la cabina e accomodarmi al 4A. Essendo sfalsati tra loro, solo i sedili delle file pari sono davvero accanto al finestrino, mentre in quelle dispari c’è di mezzo l’ampia consolle.
Al mio arrivo, sul sedile ho trovato un cuscino e un duvet marrone, mentre le cuffie per l’IFE e il vanity kit (in plastica grigia, il più brutto che abbia ricevuto da una compagnia aerea in Business Class) sono stati distribuiti dopo il decollo. I comandi elettrici del sedile, la luce da lettura individuale, le prese di corrente e USB-A e il controllo da remoto delle funzioni dello schermo dell’IFE erano tutti piazzati sulla consolle, dalla quale si estraeva anche il tavolino (che a differenza di quello dell’andata, assai traballante, era ben saldo). Il bracciolo di sinistra (nel caso del posto 4A) poteva essere abbassato per un maggiore comfort quando il sedile veniva messo in modalità-letto.
Rwandair ha personalizzato ciascuno dei suoi Thompson Vantage XL con una mensola illuminata nella quale ho potuto posizionare in sicurezza il telefono, un libro, gli occhiali, una bottiglietta d’acqua. Tuttavia, il sedile non era fornito di ulteriori spazi per stivare gli oggetti personali, a partire dalle scarpe.
I comandi del sedile includevano quello per un piacevole massaggio lombare, quello per aumentare o diminuire il supporto in quella stessa zona della schiena, e quello per aumentare o ridurre la ‘tenuta’ di cuscino e schienale (più duro o più morbido), ottenendo così una seduta che potremmo definire personalizzata.
Il sistema di intrattenimento, il Safran Rave, era di diverso tipo (e di un’altra generazione, direi) rispetto a quello del velivolo ex-Avianca dell’andata, con la possibilità di impostare fino a sei lingue diverse (compresi inglese e francese) per i programmi video e per la presenza delle cosiddette moving maps (assenti all’andata) per seguire il tragitto del volo e avere le informazioni tecniche (velocità, altitudine, eccetera).
Film e programmi tv erano comunque (come all’andata) solo nella loro lingua originale, senza sottotitoli. Il che, fondamentalmente, riduce la fruibilità del sistema da parte di chi non padroneggi l’inglese al punto tale da seguire agilmente i dialoghi, e di conseguenza la trama.
Sul volo WB 701 da Kigali per Bruxelles via Parigi, con decollo previsto cinque minuti prima della mezzanotte, il servizio di bordo è scattato subito dopo la chiusura delle porte, eseguita a mezzanotte spaccata, con la distribuzione di una salvietta calda e di un drink di benvenuto.
Incastonato tra le abitazioni civili sul crinale di una collina così da sembrare il ponte volo di una portaerei, lo scalo di Kigali è una specie di aeroporto in miniatura, tanto che ne stanno costruendo uno molto più grande 25 chilometri a sud della città. E’ piccolo il terminal, è piccolo il piazzale di sosta dei velivoli e la via di rullaggio segue solo metà della pista che, trovandosi la città a un’altitudine di quasi 1.600 metri sul livello del mare, è inevitabilmente lunga coi suoi 3.500 metri di asfalto.
Così, appena cinque minuti dopo l’accensione dei motori, eravamo già in volo, con prua a nord nel cuore della notte. A mezz’ora dal decollo, si è ripetuta la stralunata procedura di ordinazione della cena già sperimentata sul volo di andata da Parigi, anche se in questo caso c’era un menù dei vini, reso peraltro solo parzialmente utile dal fatto che, delle quattro etichette (champagne a parte) proposte (due bianchi e due rossi), una (un borgogna rosso del 2016) non era presente nella cantina di bordo.
In direzione Parigi, l’alternativa tra pollo (con riso) e manzo (con patate) era arricchita da una terza opzione: pasta con pesce. Mistero, come all’andata, sulla natura dell’antipasto e del dessert. Alla fine, ho scelto ancora una volta il manzo, accompagnato da un cabernet sauvignon sudafricano, l’unico rosso presente a bordo.
Qualcosa di simile a un filetto con accanto patate, cavolfiore e broccoletti è arrivato dopo un piattino di carne fredda di vitello e peperoni, che non avrei preso se mi fosse stato dato un menù o fornita una descrizione del piatto, visto che non mi piacciono i peperoni. Per dolce, la scelta era tra una mousse e una specie di creme caramel, ma io ho preferito una mini-porzione di formaggio, acini d’uva e anacardi invero piuttosto modesta.
Rifiutata l’offerta di caffè e tè, mi sono dedicato all’IFE (144 film, 133 programmi tv e cartoni e una sessantina di compilation musicali), finendo per avere un attacco di sonno che a stento mi ha consentito di stendere a 180 gradi il sedile, che mi è sembrato particolarmente lungo e largo al punto da permettermi di girarmi agevolmente sui due fianchi.
Gli assistenti di volo devono avermi visto così profondamente addormentato da non avere il coraggio di svegliarmi per la colazione. Cosa che ha fatto, invece, il comandante quando ha annunciato che mancavano 35 minuti all’atterraggio a Charles De Gaulle. Ho dormito più di cinque ore su un volo che ne durava poco più di otto, con un rapporto ore volate/ore dormite che per me ha costituito un record. Lode, quindi, al prodotto di punta della compagnia africana.
Pro
- La cabina in condizioni impeccabili
- La configurazione delle file 1+2+1
- Il servizio impeccabile e col sorriso
Contro
- La lounge di Kigali non è all'altezza del prodotto di bordo
- L'assenza a bordo di menù stampati
- La procedura approssimativa di ordinazione dei pasti