Aeroitalia cancella (di nuovo) il volo per Londra, il CEO Intrieri a TFC: “A breve il lancio del Frequent Flyer”
Una flotta di dieci aeroplani, con l’undicesimo in arrivo a maggio. Tredici destinazioni in Italia e due all’estero. Più di […]
Una flotta di dieci aeroplani, con l’undicesimo in arrivo a maggio. Tredici destinazioni in Italia e due all’estero. Più di un milione di passeggeri trasportati nel corso del 2023, chiuso pure con un utile di una decina di milioni di euro. Il tutto in poco più di diciotto mesi e con un capitale iniziale di soli 5 milioni di euro. E con importanti novità in vista per il 2025.
In questo articolo:
Di questo ed altro The Flight Club ha parlato con Gaetano Intrieri, l’amministratore delegato che insieme ai due fondatori German Efremovich e Marc Bourgade ha costruito da zero Aeroitalia.
Intrieri, a 18 mesi dal vostro esordio a cosa attribuisce principalmente il successo di Aeroitalia?
“Al nostro modello di business, che è un ibrido tra quello low cost e quello delle compagnie full-service, nel senso che noi abbiamo aerei configurati come quelli di Ryanair e con tariffe molto convenienti, ma allo stesso tempo a bordo offriamo un servizio di bevande gratuite, al quale questa estate aggiungeremo anche uno snack. E a una attenzione assoluta verso ogni investimento, attraverso una politica di ‘piccoli passi’ che ci ha fin qui premiato”.
Il 2023 è stato un anno molto positivo per voi…
“Assolutamente. Abbiamo chiuso l’anno con 120 milioni di ricavi e circa 10 milioni di utili, che sono stati reinvestiti per la crescita della flotta. In termini di traffico siamo cresciuti del 93% sul 2022 e oggi siamo quarti per traffico domestic dietro a Ryanair, ITA Airways e Wizz Air, ma davanti a easyjet e Volotea. Siamo un operatore di rilievo in aeroporti-chiave del sistema del trasporto aereo italiano, come Roma Fiumicino, Bergamo Orio al Serio e Milano Linate. E abbiamo 350 dipendenti ma stiamo continuando ad assumere per sostenere la crescita della flotta”.
Che sarà sempre imperniata si Boeing 737-800?
“Sì, anche se operiamo anche con due ATR 73-600 che ci sono molto utili su alcune rotte e su un aeroporto come Perugia, la cui pista è troppo corta per i 737. Il nono esemplare doveva arrivare già a febbraio, ma ci verrà invece consegnato a maggio. Di qui a due anni, se le cose andranno come sono andate fin qui, noi prevediamo di mettere assieme una flotta di una ventina di aeroplani, alcuni dei quali saranno quasi certamente dei MAX”.
L’unico ‘neo’ paiono essere i disservizi su Ancona. Cosa è successo?
“Le rispondo spiegandole quel che non è successo. Regione Marche è venuta meno ai suoi impegni sul piano economico e logistico e noi non abbiamo ottenuto quel supporto anche logistico che ci aspettavamo. Per questo, nel corso del mese di marzo, quando verrà individuato il nostro successore nell’ambito del Piano di continuità territoriale, ce ne andremo”.
Anche lo sbarco-bis nel Regno Unito, a Londra Southend, non è andato in porto, dopo il tentativo durato appena un paio di mesi a Heathrow nell’inverno 2022.
“A Heathrow ci eravamo scontrati con i costi operativi spaventosi di quello scalo. Con gli amici di Southend abbiamo fatto ogni sforzo possibile per promuovere il volo da Bergamo. A febbraio abbiamo anche lanciato uno sconto del 25% su tutti i biglietti acquistati. Ma resta il fatto che per gli italiani Southend è un aeroporto troppo poco conosciuto e noi di Aeroitalia siamo a nostra volta troppo poco noti al viaggiatore britannico”.
Fin qui avete puntato tutto quasi sul mercato italiano, con le due sole eccezioni di Bucarest e Bacau in Romania. Continuerete così?
“L’Italia resta il nostro core business. Sicilia e Sardegna stanno andando benissimo e in Sardegna posso dirle che Cagliari è una nostra priorità per il futuro. Ma in Europa ci stiamo guardando attorno. La Spagna è sicuramente un mercato appetibile per noi e per la nostra tipologia di passeggeri. Lì stiamo già discutendo un accordo di code sharing con Air Europa, che sarebbe il primo in assoluto per noi. Per sviluppare quel tipo di accordi occorre entrare nella Iata, un processo che per noi dovrebbe concludersi a breve e permetterci poi di lavorare ad altri accordi analoghi”.
Che programmi avete per la prossima estate?
“Apriremo quattro nuove rotte: la Bergamo-Bacau, la Perugia-Bergamo, la Perugia-Lamezia e la Bologna Lampedusa. E torneremo con la Perugia-Olbia, la Bergamo-Lampedusa e la Comiso-Pisa. Da Perugia, come ho detto, voleremo con gli ATR72”.
Intendete evolvere il vostro servizio di bordo?
“Come spiegavo, dall’estate aggiungeremo uno snack all’offerta gratuita di acqua, caffè e tè. Ma non intendiamo introdurre un servizio bar di bordo con altre bevande e cibo a pagamento, perché comporterebbe un impegno per noi gravoso dal punto di vista logistico. Intendiamo, invece, mettere mano agli interni delle cabine per renderle uniformi in termini di colori e allestimenti e per rendere visibile il nostro brand ai nostri passeggeri anche una volta saliti a bordo”.
Guardando un po’ più in là nel tempo, a cosa state lavorando?
“Ipotizzando che il 2024 vada come il 2023 se non meglio, abbiamo grossi progetti in vista a partire dal 2025. A partire dalla quotazione in borsa, con la quale prevediamo di raccogliere una cinquantina di milioni di euro, e proseguendo l’introduzione di un programma per frequent flyer”.
Cosa può dirci di più, di questo futuro programma fedeltà?
“Ci stiamo già lavorando congiuntamente a Navitair, che è il sistema di prenotazione al quale ci appoggiamo. E’ un progetto ancora in fase embrionale, per lo sviluppo del quale ci affideremo a una società specializzata. Stiamo anche iniziando a individuare i partner e in questa prospettiva intendiamo coinvolgere le due importanti società calcistiche che sponsorizziamo, Atalanta e Lazio. Stiamo procedendo con molta attenzione perché l’introduzione di un programma fedeltà è un’operazione delicata, che incide sul conto economico della compagnia”.
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