Alto e caldo: le condizioni estreme per cui il volo Emirates Dubai-Bogotà fa scalo a Miami
Guardando lo schedulato di Ethiopian Airlines si scopre una cosa curiosa: tutti i voli operati dalla compagnia aerea africana verso […]
Guardando lo schedulato di Ethiopian Airlines si scopre una cosa curiosa: tutti i voli operati dalla compagnia aerea africana verso il Nord America fanno uno scalo in Europa o in West Africa, mentre tutti quelli in senso opposto operano quelle stesse tratte senza scalo. (Foto BriYYZ CC BY-SA 2.0)
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Il perché potrebbe stare nel fatto che verso ovest i voli durano mediamente di più, complici anche i venti che soffiano sull’Atlantico in direzione opposta. Ma se questioni legate all’autonomia degli aeromobili potrebbero valere per i voli verso la costa occidentale degli USA, di sicuro la costa orientale è ampiamente alla portata dell’autonomia dei Boeing 777-8, 787-9, 777-200LR, 777-300ER e Airbus A350 che Ethiopian usa attraverso l’Atlantico.
La prova? Kenya Airways vola tranquillamente senza scalo da Nairobi a New York in entrambe le direzioni coi suoi 787-8 su una tratta che è almeno un’ora di volo più lunga di quella percorsa da Addis Abeba a New York. Forse che Ethiopian voglia raccattare un po’ di passeggeri ‘lungo la strada’ per aumentare il load factor? Poco credibile, visto che poi, al ritorno, vola dagli Usa e dal Canada direttamente in Etiopia.
No, la ragione di quegli scali nei voli in partenza da Addis Abeba sta nelle caratteristiche dell’hub di Ethiopian, e in particolare nell’altitudine a cui sorge il Bole International Airport: 2.334 metri sul livello del mare. Aggiungete a questo il fatto che, nonostante l’altitudine, tra marzo e novembre le temperature ad Addis Abeba sono mediamente alte e ottenete quelle che in gergo vengono definite ‘high and hot conditions’, condizioni di calura e altura. (Foto Vob08 CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org)
La combinazione di quei due fattori è tra le più penalizzanti per le prestazioni dei motori degli aerei, perché sia l’altitudine che le temperature elevate hanno l’effetto di ridurre la pressione atmosferica. Quest’ultima, influisce negativamente sulle prestazioni delle turbine dei jet, che calano vistosamente, aumentando la lunghezza della corsa di decollo necessaria ai velivoli per staccarsi dal suolo.
Questo fattore può essere controbilanciato solo in un modo: riducendo il peso dell’aereo, ossia il suo carico di passeggeri o di cargo. Ma ciò comporterebbe un effetto negativo sulla performance economica dei voli. Per cui Ethiopian, come molte altre compagnie che sono solite operare in ‘hot and high conditions’, per ridurre il peso degli aerei in partenza da Addis Abeba preferisce ridurre la quantità di carburante imbarcato.
Il che, però, impatta inevitabilmente sull’autonomia dei velivoli. Che, così, sono costretti a fare uno scalo su alcune delle rotte operate dalla compagnia con partenza dal suo hub, fare rifornimento e quindi ripartire alla volta della destinazione finale.
Al ritorno, partendo da aeroporti come Los Angeles, San Francisco, Chicago, New York o Toronto (solo per citarne alcuni), che si trovano al livello del mare o comunque ad altitudini modeste, gli aerei della compagnia etiope possono fare il pieno di carburante, volando tranquillamente senza scalo verso Addis Abeba.
Anche il volo recentemente annunciato da Emirates da Dubai verso Bogotà ricade in questa fattispecie, pur considerando che in questo caso la distanza tra le due città è comunque molto vicina a quella che il Boeing 777-300ER che verrà usato sulla rotta dal 3 giugno è in grado di volare senza scalo.
Per non incorrere in problemi operativi in caso di venti avversi, il vettore emiratino ha pensato di introdurre lungo il volo uno scalo a Miami tanto in andata quanto in ritorno, anche perché l’El Dorado International Airport della capitale colombiana si trova a un’altitudine ancor più elevata di Addis Abeba, a 2.548 metri sul livello del mare.
Certo, le due ore e mezza di layover a Miami, necessarie per il rifornimento e per consentire ai passeggeri di passare in sicurezza l’immigration americana, non sono proprio allettanti per chi intenda volare da Dubai a Bogotà o in direzione inversa. Ma Emirates ha compensato il relativo appeal del volo ottenendo i diritti di quinta libertà tra Miami e Bogotà e ritorno.
Oltre a Addis Abeba e Bogotà, altri importanti aeroporti che operano tutto l’anno o anche solo nella stagione estiva in condizioni ‘high and hot’ sono Denver (a 1.656 metri di altitudine), Johannesburg, (a 1.694 metri), Las Vegas (a ‘soli 665 metri d’altitudine, ma con temperature estive che scavallano agevolmente i 50 gradi celsius) e Città del Messico (a 2.230 metri). Il primato per l’aeroporto più alto al mondo, tra quelli che ricevono regolarmente voli internazionali, spetta però allo scalo di La Paz, in Bolivia, situato a 4.061 metri d’altitudine. Non per niente si chiama El Alto International Airport…