Lufthansa e la conquista dell’Italia (in attesa di Ita). Intervista a Gabriella Galantis
L’affinità del Gruppo Lufthansa per l’Italia non è solo una questione di interesse strategico (vedi l’operazione di acquisto del 41% […]
L’affinità del Gruppo Lufthansa per l’Italia non è solo una questione di interesse strategico (vedi l’operazione di acquisto del 41% di Ita Airways), ma sembra essere sempre più una vera e propria necessità di rispondere a un mercato che cerca e sceglie il prodotto del colosso tedesco: sia per le rotte sia per i servizi. Soprattutto di alto livello.
In questo articolo:
In occasione della presentazione in anteprima a Milano delle nuove cabine di lungo raggio, parte del concept Allegris, abbiamo chiesto a Gabriella Galantis, senior sales director South Europe del Gruppo Lufthansa, i piani per il mercato italiano, il ruolo di Air Dolomiti e quali sono le novità di LH per il passeggero italiano.
Il progetto Allegris in Italia
Il Tir del progetto Allegris arriva in Italia prima degli altri mercati internazionali. Questo dimostra l’importanza del nostro Paese per Lufthansa?
«Assolutamente sì. Lo speciale Tir che permette di visionare e provare le nuove cabine di First, Business, Premium ed Economy ha fatto il giro della Germania, poi si è fermato a Vienna e ora è arrivato a Milano. Se contiamo che Germania e Austria sono mercati-madre per noi, è evidente che la scelta dell’Italia ora è significativa. Vogliamo far provare con mano ai nostri clienti to quella che sarà la nuova esperienza a bordo sul lungo raggio».
Un salto nel futuro enorme per Lufthansa…
«Certamente, con un investimento mai visto prima pari a 2,5 miliardi di euro. Sono state prese in considerazione tutte le esigenze attuali del viaggiatore moderno. Dalla connettività Bluetooth al comfort dei sedili, dalla facilità di ricarica degli smartphone al miglioramento delle abitudini di riposo del passeggero. Per esempio, c’è l’effetto materasso in Business, che permette di dormire comodamente anche su di un fianco; ma anche i supporti rigidi per la testa in Economy. Queste sono solo alcune delle novità».
A livello generale la cabina di Premium Economy ha riscosso, nel post Covid, un grande successo per molti vettori. Quali sono i vostri riscontri?
«Per la verità, anche prima del 2020 e da quando è stata lanciata, è sempre andata molto bene, ma adesso stiamo assistendo a un incremento notevole».
E la Business, nel frattempo?
«È stata una vera sorpresa. La classe Business è una sicurezza per il traffico corporate, ma ora notiamo che anche chi viaggia per piacere, il segmento leisure, la sceglie con maggiore convinzione. Da un lato è frutto della scelta di voler viaggiare meglio e più comodi, soprattutto per chi ha risparmiato più soldi durante la pandemia e ora vuole godersi appieno il viaggio. Dall’altro notiamo che c’è una maggiore richiesta di privacy a bordo. Sul tour operating italiano, per esempio, la Business è cresciuta del 68% annuo».
L’importanza dell’Italia per Lufthansa
Veniamo proprio all’Italia. Quanto è importante il mercato per LH?
«Quest’anno ad aprile abbiamo festeggiato i 65 anni a Roma e quindi in Italia: un importante traguardo. IL primo volo è stato operato nel 1958 su Roma Ciampino. Oggi serviamo 21 aeroporti in Italia – più che in Germania – per un totale di 162 partenze giornaliere. Per restituire un’immagine: ogni 4 minuti c’è un volo del Gruppo che sorvola le Alpi».
Numeri che consentono di soddisfare una domanda sempre più forte, quindi?
«L’Italia è il nostro secondo mercato come incoming in assoluto, dopo la Germania. Questo significa che, in estate, tantissimi turisti da tutto il mondo vogliono venire in Italia con i nostri vettori. Abbiamo già aumentato la capacità quest’anno del 12% in più rispetto al 2022, ma rispetto al pre Covid siamo ancora un po’ indietro intorno al -14%. Il load factor sugli aeromobili in partenza dall’Italia, invece, è superiore all’80% su tutti i brand».
Le nuove cabine rispondono anche a un mercato italiano molto esigente…
Il corporate in Italia ha avuto un notevole aumento. L’effetto riapertura Usa è stato determinante. Quando gli States hanno solo annunciato la riapertura per novembre 2022, dopo il Covid, le vendite del segmento sono schizzate. Stesso discorso vale per Singapore e Giappone. La Cina va a un po’ a rilento, ma si sta riprendendo anche lei. In Italia abbiamo molti clienti top, quelli che vivono quasi più sull’aereo che a casa loro, per intenderci. I membri Hon Circle italiani sono i terzi in assoluto, dietro i mercati di casa (Germania, Svizzera e Austria) e gli Usa».
Dove viaggiano gli italiani nel mondo con Lufthansa?
«Vanno soprattutto in Usa, Giappone e Canada, seguite da Thailandia, Brasile, Cina e India come voli di andata. Sul ritorno abbiamo le stesse destinazioni, a cui si aggiungono Corea del Sud, Messico e Argentina».
I piani per Ita Airways e Air Dolomiti
Come procede l’integrazione di Ita Airways?
«La coda (di Ita, ndr) al momento non è presente nelle nostre presentazioni ufficiali. Come sapete c’è un lungo percorso da fare ancora e il primo step è il via libera all’acquisto del 41% da parte della Commissione Ue. Nel frattempo, in termini tecnici, Ita resta ancora un nostro concorrente a livello commerciale».
E intanto Air Dolomiti continua a crescere, e non solo in Italia…
«Air Dolomiti ha 32 anni di servizio nel Paese e nell’ultimo periodo sta aumentando il suo operativo in maniera importante e positiva. È già integrata al 100% nel Gruppo e si lavora molto bene insieme. È fondamentale per il feederaggio su Francoforte e Monaco e oggi ha 17 aerei Embraer in flotta che operano verso i nostri hub con parecchie origini italiane, soprattutto nel Nord Italia. Nel frattempo, per ottimizzare, opera anche dall’estero: per esempio sulla Zurigo-Francoforte».
In queste prime settimane in tutta Europa stiamo assistendo una certa regolarità dei servizi, che smentisce le previsioni di una seconda ondata di caos nei cieli (e negli aeroporti) come avvenuto nel 2022…
«È vero. Questo è merito del grande lavoro fatto in questi mesi. Abbiamo investito tanto anche nei processi, con un gruppo di lavoro che ha analizzato cosa è andato storto in passato e come evitarlo. Quindi abbiamo automatizzato alcuni processi e i sistemi di riprotezione, che sono ora più fluidi e semplici, e ci hanno permesso di risolvere buona parte dei problemi. Inoltre, abbiamo investito in risorse umane: ogni mese Lufthansa assume circa 1.200 persone nel mondo».