Come (non) puoi fregare i programmi fedeltà delle compagnie aeree
Noi siamo il popolo del fatta la legge trovato l’inganno, e figurati se non cerchiamo di fregare i programmi fedeltà. […]
Noi siamo il popolo del fatta la legge trovato l’inganno, e figurati se non cerchiamo di fregare i programmi fedeltà. Uno degli articoli che continua, anno dopo anno, a fare tantissime letture è quello nel quale spiego tutti i trucchi che non funzionano per fregare i programmi fedeltà delle catene alberghiere e mi sono reso conto che non avevo mai fatto una puntata dedicata ai frequent flyer.
In questo articolo:
Inutile dire che noi italiani siamo gli “ultimi” arrivati in questo mondo. Gli americani masticano punti e miglia da fine anni 80 e quindi tutti gli escamotage che possono venire in mente a noi sono già stati messi in pratica dai nostri cugini americani e tutti i bug sono stati risolti dalle compagnie.
Le mileage run per fare tanti punti
Iniziamo con le buone notizie. Uno dei “trucchi” che poi non è un nulla di illegale è quello di volare solo per accumulare lo status attraverso le mileage run, ovvero prendere dei voli appositamente per massimizzare la raccolta dei punti qualificanti per ottenere/rinnovare il livello in un programma Frequent Flyer.
Io ho raccontato di alcune mie “corse per le miglia” ad esempio di quando ho preso la via più lunga per arrivare alle Hawaii, oppure di come sono volato in Brasile, passando dal Messico, solo per accumulare punti XP. Quando, ad esempio, Lufthansa ha presentato il restyling di Miles&More tutti noi malati ci eravamo buttati a studiare come “fregare” il programma, e infatti LH quando ha dato i dettagli definitivi aveva “tappato” le falle iniziali.
Ovviamente esiste anche la “corsa dei materassi” in chiave programma fedeltà delle catene alberghiere.
Passando invece ai trucchi o agli escamotage ecco i più frequenti e che, manco a dirlo, non funzionano.
Mettere il proprio numero di tessera ad amici e parenti
Non importa se si vola insieme a moglie o amici, non si potrà mettere il proprio numero di tessera nella prenotazione di 12 biglietti e sperare che i punti di tutti vengano accreditati su un solo account.
Ovviamente lo stesso vale se vola un cugino e gli si chiede di mettere un numero di tessera diverso da quello di chi vola. Certo ci si può provare, ma la sconfitta è assicurata.
Chiedere il doppio accredito
Questa è una strategia molto sottile e prevede che l’utente dopo aver volato una tratta con la compagnia X e accumulato i punti sul programma della compagnia, faccia richiesta di retrocredito ad un programma partner.
Gli americani chiamano questa pratica “double dip o double dipping” e ovviamente è vietata da tutti i programmi, se non in casi particolari come ad esempio la possibilità di alcuni programmi che permettono di accumulare miglia e punti su un secondo programma. Ad esempio Air France KLM con Accor o Emirates con Marriott e viceversa.
E’ bene ricordare che i sistemi dei programmi fedeltà sono collegati tra di loro per verificare lo status e gestire correttamente gli addebiti, per un programma è facile notare questa attività e sgamare l’utente truffaldino.
Fare check-in non basta, bisogna volare
Per tutti quelli che potrebbero pensare “ma certe cose te le inventi?” rispondo dicendo che non c’è limite alla fantasia “truffaldina” made in Italy. Fare check-in e non presentarsi all’imbarco non farà scattare l’accumulo dei punti, ma probabilmente farà partire in ritardo l’aereo.
Anche in caso di biglietto non cancellabile è bene ricordare che se non si viaggia si possono ottenere indietro le tasse aeroportuali, che in un biglietto di cordo/medio raggio spesso sono più alte della tariffa, quindi non lo consiglio.
Lo skiplaggin fa arrabbiare le compagnie
Questa è una pratica molto frequente negli USA, dove le politiche commerciali delle compagnie sono molto diverse da quelle nostrane. Imbarcarsi su un volo multiscalo, facendo check-in fino a destinazione, e poi non prendere le coincidenze invaliderà l’itinerario, creerà disagio e non farà accumulare i punti.
E’ la stessa situazione di fare check-in e non presentarsi, poco importa se si è volato un pezzo o non si è volato del tutto, si accumulerà solo quando si vola.
Creare falsi “gruppi famiglia”
Una delle features dei programmi fedeltà più soggetta a truffe e più attenzionata è quella del pooling delle miglia tra parenti. Pensata per permettere alle vere famiglie di poter cumulare i propri punti è stata usata da frequent flyer come scorciatoia per fregare i programmi. Vedi quello che è successo nei giorni scorsi a United.
A dirlo non sono io ma è stato l’ex #1 di American Airlines (che ad oggi non ha il family pooling) che a domanda specifica nel 2020 rispose: “Non sappiamo come evitare i mercati secondari e i giochetti”.
Il modus operandi spesso prevede che si sfrutti la possibilità di trasferire punti tra “parenti” gratuitamente e superando anche eventuali limiti del semplice trasferimento tra iscritti. Peccato che i “membri” di questi gruppi non siano parenti, ma spesso teste di legno che vengono usate solo per veicolare punti trasferiti da altri programmi (ad esempio il trasferimento da membership rewards).
Questa qui sopra è la chat con un lettore di TFC che, proprio per un uso sospetto della funzione pooling familiare si era visto congelare per oltre 6 mesi oltre 1mln di punti.
Questa situazione ha portato molti programmi a limitare, ad esempio, il numero di adulti che possono partecipare al gruppo famiglia o a rendere complicata la creazione del gruppo. Ad esempio Qatar richiede agli interessati di dimostrare di vivere nello stesso indirizzo. Come sempre se si tira troppo la corda alla fine il gioco si rompe e ci perdono tutti quelli che invece si sono sempre comportati correttamente.
Cosa si rischia
Mi hanno scritto diversi lettori che sono bannati dai programmi fedeltà, altri che si sono visti “polverizzare” migliaia di punti sulle carte di credito. Il mio consiglio è di non provarci nemmeno se non si è disposti a perdere tutto e a non poter più accumulare.