ITA Airways dice addio a Heathrow: il 30 marzo l’ultimo decollo, poi volerà solo su London City
ITA Airways dice addio all’aeroporto di Londra Heathrow. Gli ultimi voli in livrea azzurra dal principale scalo londinese verso Roma […]
ITA Airways dice addio all’aeroporto di Londra Heathrow. Gli ultimi voli in livrea azzurra dal principale scalo londinese verso Roma e Milano saranno operati sabato 30 marzo.
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Per decenni, quella per Heathrow è stata una ‘flagship route’, una rotta di grande prestigio da Roma Fiumicino e Milano Linate. Atterrare nell’aeroporto più prestigioso della capitale inglese (e, probabilmente, d’Europa) è stato per lungo tempo uno status symbol, per la nostra compagnia di bandiera. Perché lì, e non a Gatwick (per non parlare di Stansted) atterravano e atterrano le compagnie che contano. Negli anni Ottanta e Novanta, da Fiumicino e da Linate, Alitalia operava alcuni dei suoi voli per Heathrow addirittura con l’Airbus A300, il wide body da oltre 250 passeggeri.
Ma poi sono comparse le compagnie low cost: Ryanair e easyjet sopra tutte. Che hanno iniziato a volare da Roma, Milano e tante altre città italiane verso Stansted, Gatwick e Luton, gli aeroporti della ‘periferia londinese’, a prezzi molto più bassi di quelli di Alitalia e British Airways e con molteplici frequenze giornaliere. Per chi non intendeva proseguire il suo viaggio oltre Londra, usando Heathrow come scalo, divenne inutile sobbarcarsi i prezzi più alti dei voli su Heathrow.
E così, mentre British Airways ha mantenuto i suoi voli da Roma, Milano e dalle principali città italiane verso Heathrow, come feederaggio dei suoi voli intercontinentali, Alitalia prima e ITA Airways poi hanno iniziato a ‘tirare i remi in barca’, riducendo via via le loro frequenze su Heathrow.
La ragione sta nel fatto che lo scalo è diventato oggi uno degli aeroporti più cari al mondo, in termini di diritti di atterraggio e di operazioni di handling. Si aggiunga a ciò il fatto che, negli anni recenti, gli slot a Heathrow sono passati di mano per cifre a sei zeri, e si capiscono le ragioni del progressivo ritiro da Heathrow della ex compagnia di bandiera e della sua ‘erede’.
In questi ultimi mesi, ITA ha operato da Linate a Heathrow due voli quotidiani nei giorni feriali e uno il sabato e la domenica; da Roma Fiumicino un solo volo quotidiano da lunedì a domenica. Quest’ultimo era stato ‘nobilitato’, a partire dai primi giorni dello scorso dicembre, dalla scelta di operarlo con il nuovissimo Airbus A321neo a tre classi (Business, Premium Economy ed Economy), dotato di sedili lie-flat in Business Class.
Ma l’ultimo aereo italiano a decollare da Heathrow, sabato 30 marzo, sarà un Airbus A320neo: l’AZ 207 delle 17.10, che atterrerà a Fiumicino alle 20.50. Dal giorno successivo, ITA collegherà Roma e Milano solo con l’aeroporto di London City: una rotta, operata con i nuovi A220-100, assai più redditizia, perché utilizzata soprattutto da uomini d’affari intenzionati a raggiungere velocemente la City londinese una volta sbarcati nella capitale inglese.
Il city airport britannico è di gran lunga l’aeroporto più comodo se si vuole raggiungere il centro della città usando il taxi o i mezzi pubblici. E la rinuncia a Heathrow va letta in una politica di cost efficiency che qualche settimana fa aveva portato allo stop della Milano Malpensa-New York JFK, una rotta che non portava utili alla compagnia.
Dopo decenni a lamentarci degli ‘sprechi’ di Alitalia, la strategia adottata da ITA non può che essere condivisa. Il mondo del trasporto aereo è in continua evoluzione, quanto a dinamiche, priorità e costi. Ed è corretto che una compagnia sia in grado di ‘leggere’ queste evoluzioni e di reagire di conseguenza.