Il passaporto italiano sale sul podio: è il secondo più potente al mondo
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20Ottenere o rinnovare il passaporto in Italia è, in questi mesi, un incubo: trovare uno slot online per recarsi nelle questure o nei commissariati è pressoché impossibile e di fatto il rilascio avviene in molti casi attraverso la cosiddetta ‘procedura d’urgenza’, con il viaggiatore che si presenta con il biglietto aereo di un volo in partenza pochi giorni dopo.
In questo articolo:
Tuttavia, il documento che vi verrà consegnato (se riuscirete nell’impresa) è niente meno che il secondo più ‘potente’ al mondo, nel senso che vi aprirà le porte (in questo caso le frontiere) di ben 190 Paesi nel mondo.
A dirlo è l’ultimo aggiornamento dello Henley Passport Index, che classifica i passaporti di 199 Paesi con un sistema molto semplice: assegna un punto a un passaporto quando consente l’accesso a una destinazione senza alcun visto o con un visto, un permesso o una autorizzazione elettronica di viaggio (come l’americana ESTA) ottenibile all’arrivo.
Assegna 0 punti quando il detentore del passaporto deve ottenere un visto approvato dal governo del Paese di destinazione, o se il viaggiatore deve comunque ottenere prima della partenza l’approvazione del governo di destinazione per un visto all’arrivo.
In questo modo, il punteggio ottenuto da ogni passaporto equivale al numero di destinazioni accessibili senza visto (su un totale di 227 Paesi). Ebbene, l’agognato passaporto italiano vi darà accesso questa estate e nei mesi a venire a un totale di 190 Paesi nel mondo. Un numero che piazza l’Italia sul secondo gradino del podio, tra i passaporti più ‘potenti’ al mondo, insieme a Germania e Spagna.
Singapore supera tutti
Al primo posto c’è Singapore, il cui passaporto apre le porte di 192 Paesi. Il Giappone, che nell’ultima rilevazione era in testa, è scivolato in terza posizione (con 189 Paesi accessibili senza visto) assieme ad Austria, Finlandia, Lussemburgo, Francia, Corea del Sud e Svezia.
Si completa quindi un filotto che ha visto Singapore negli ultimi mesi portarsi a casa il titolo per il miglior aeroporto al mondo, quello della migliore compagnia al mondo e quello per la migliore prima classe al mondo. In poche parole se abiti a Singapore difficilmente ti troverai male se ami viaggiare.
Italia sul podio
Gli Stati nei quali i cittadini con passaporto italiano hanno bisogno di un visto autorizzato dal governo di destinazione sono in tutto 37: Afghanistan, Algeria, Angola, Azerbaijan, Benin, Bhutan, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Cina, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Cuba, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Ghana, Guinea, India, Kenya, Liberia, Libia, Mali, Nauru, Niger, Nigeria, Corea del Nord, Papua Nuova Guinea, Federazione Russa, Sud Sudan, Sudan, Siria, Turkmenistan, Uganda e Yemen. Ora, tolte Cina, India, Cuba e Kenya, le altre non sono esattamente le prime destinazioni che vengano in mente per un viaggio o una vacanza.
Confrontando il nostro passaporto con quello di Singapore (operazione divertente che si può effettuare sul sito henleyglobal.com), si scopre che noi possiamo entrare senza visto alle Isola Falkland, in Gabon, in Guyana, in Iraq, a Sao Tomè e Principe, in Ucraina (magari non ora…) e in Venezuela, mentre ai singaporiani posso farlo solo col visto. Viceversa, loro sono liberi di andare e venire da Azerbaijan, Angola, Benin, Costa D’Avorio, Cuba, Ghana, e Kenya. Tutti Stati che, invece, a noi richiedono il visto.
La classifica dello Henley Index mette in evidenza alcune curiosità, tra le quali c’è il quarto posto (appena) del Regno Unito, il cui passaporto dà libero accesso a 188 Stati. Si tratta comunque di un salto in avanti di due posizioni, rispetto al sesto posto occupato nell’ultima classifica. Altrettanto particolare è il fatto che un’altra potenza mondiale come gli Stati Uniti si trovi soltanto all’ottavo posto, con 184 Paesi accessibili senza visto.
Fondo classifica invariato
Sul fondo della classifica si trovano Siria, Iraq e Afghanistan, i cui cittadini possono accedere liberamente a 30, 29 e 27 Paesi, rispettivamente.