Il peggior sedile di business class mai installato, recensione volo Air New Zealand verso Auckland
Ero in debito di una tratta del mio giro del mondo di questa estate, ho volutamente lasciato per ultimo questo […]
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Ero in debito di una tratta del mio giro del mondo di questa estate, ho volutamente lasciato per ultimo questo volo per una serie di motivi. Primo perchè è stato l’unico volo dove ho avuto problemi che potevano anche farmi saltare il biglietto e secondo perchè è stata l’unica tratta volata in business class, oltre quella con il 747/8 di Lufthansa.
Verso l’aeroporto
In questo articolo:
- Specifiche
- Aeromobile:
- B787
- Classe:
- Business
- Tratta:
- SYD - AKL
- Prezzo:
- 79 sterline + 280€
- Prenota
Sono arrivato all’aeroporto di Sydney direttamente dall’hotel grazie al collegamento della metropolitana che parte dal centro della città. E’ davvero comodo e conveniente, uno dei migliori che abbia mai trovato in giro per i grandi scali. Il percorso è una sorta di circle line che dall’aeroporto porta fino al Sydney Harbour e ritorno, il tutto in meno di 20 minuti e per pochi dollari.
Il treno fa due fermate, la prima al terminal dei voli nazionali e la seconda a quella delle partenze internazionali.
Mi sono immediatamente diretto ai banchi del check-in, fortunatamente mi sposto sempre con largo anticipo per evitare problemi di ogni tipo e questa volta devo dire che è stata la mia salvezza.
Check-in problematico
Una costante del mio giro del mondo è sempre stata quella di non riuscire a fare check-in online, ma il motivo è sempre stato quello dell’itinerario e dei relativi controlli su requisiti e possesso di visti e vaccini. Questa volta però il motivo era un errore mio nella compilazione della richiesta del NZeta, ovvero il visto elettronico necessario per potersi imbarcare verso la Nuova Zelanda.
C’è voluta quasi un’ora per scoprire perchè non ricevevo la luce verde per l’emissione della carta d’imbarco!
Se non fosse per la gentilezza e la pazienza del personale di Air New Zealand, il mio giro del mondo si sarebbe schiantato a Sydney. Per scoprire il bug ed aiutarmi a risolverlo hanno partecipato ben 4 addetti NZ, tra cui un ragazzo italo australiano che mi ha tranquillizzato dicendo che non mi avrebbero lasciato a terra.
Dopo due telefonate, da parte dei gate agent all’immigrazione Neo Zelandese, è emerso l’errore. Quando avevo compilato la richiesta di visto elettronico avevo erroneamente segnalato di possedere un visto permanente per l’Australia collegato al mio passaporto italiano. Quindi per imbarcarmi avrei dovuto esibire quel visto che ovviamente non possedevo. Ho dovuto quindi richiedere, e pagare, un nuovo NZeta e, sempre grazie agli addetti della compagnia che hanno nuovamente telefonato all’immigrazione in Nuova Zelanda, velocizzare l’approvazione e ottenere così la mia carta d’imbarco per Auckland.
Appena avuto il biglietto, ho deciso di chiedere se ci fossero posti in business class liberi e fortunatamente c’era ancora un posto che sono stato felice di comprare per circa 300€. Certo, da Sydney ad Auckland è un volo breve, ma ero curioso di provare la business class di Air New Zealand, una delle poche al mondo assieme a Virgin Atlantic ad aver scelto questo obbrobrio di configurazione.
Tax refund
Essendo arrivato a Sydney senza bagaglio, ho dovuto obbligatoriamente dedicare una parte del mio soggiorno nel Nuovo Galles allo shopping e così ho approfittato del sistema di rimborso delle tasse per i turisti, uno dei più semplici che abbia mai trovato in giro per il mondo. Le regole sono semplici, ma vengono posti dei paletti per rendere scomodo il recupero del denaro.
Semplice perchè quando si fa shopping non si deve mostrare il passaporto, non si devono compilare moduli o altro. Basta pagare e tenere lo scontrino. Il difficile viene il giorno della partenza perchè le regole per ottenere il rimborso sono alquanto rigide.
Primo bisogna avere tutti gli scontrini e tutta la merce, non è possibile imbarcare gli oggetti nel bagaglio, perchè bisognerà mostrare ogni singolo prodotto all’addetto della dogana. Il problema però è che questi sportelli sono dopo l’area di sicurezza dove si accede dopo aver fatto check-in. L’altra particolarità è che vengono rimborsate solo le spese di almeno 200 dollari australiani per negozio, anche in più scontrini, e per scontrini superiori ai 1000 dollari australiani è necessario che ci sia il nome del compratore stampato sopra.
Tenuto a mente tutte queste, relativamente semplici, regole bisogna fare i conti con l’orologio. Bisogna arrivare allo sportello almeno 45 minuti prima della partenza del volo, e su questo sono tassativi, non importa se si è stati 60 minuti in coda, conta solo quando si arriva davanti all’addetto. Sebbene l’aeroporto fosse deserto i ragazzi davanti a me sono stati respinti perchè mancavano solo 40 minuti al loro volo.
La cosa positiva è che alla fine il rimborso non viene fatto cash, come avviene ad esempio in Thailandia o in altre nazioni, ma direttamente su una carta di credito. Ottimo per non trovarsi con dei soldi in tasca che non si sa come utilizzare.
Le lounge
Se c’è una cosa che non manca nell’aeroporto di Sydney sono le lounge, ovviamente con le varie regole di ingresso. Ho potuto provare ben 3 sale differenti: la bellissima lounge di Air New Zealand, quella di Singapore Airlines e infine la lounge American Express, non una Centurion, ma comunque una lounge di qualità.
La migliore del lotto è sicuramente quella di Air New Zealand ed è quella dove ho trascorso il tempo in attesa del mio volo per la Nuova Zelanda.
L’imbarco
Il 787 di Air New Zealand è arrivato al gate 51 in perfetto orario.
Nonostante questo le procedure di imbarco sono iniziate in leggero ritardo, ma nulla di eclatante. Quello che mi piace del mondo anglosassone è che vengono sempre rispettate le zone e soprattutto che la gente non si accalca in coda ore prima che sia aperto il gate.
Tutto molto ordinato, corsie ben segnalate e nessuna corsa al primo posto. Non come avviene per gli imbarchi nelle low-cost nostrane (e non solo).
A bordo
Sapevo benissimo cosa mi sarei trovato davanti una volta salito a bordo, ma diciamo che alle bruttezze non ci si abitua mai. Ogni volta che salgo a bordo di un aereo, per fortuna poche, con questa configurazione di business class mi chiedo cosa diavolo pensavano in quei momenti i designer. Questa cabina è stata inventata e adottata per prima da Virgin Atlantic sui suoi 787, seguita poi da Air New Zealand e da pochissimi altri vettori.
La cosa assurda di questa configurazione è che sembra disegnata apposta per non far guardare fuori dai finestrini. Tutti i passeggeri infatti viaggiano spalle all’esterno dell’aereo e per guardare fuori bisogna essere dei contorsionisti.
Personalmente ho soprannominato questa configurazione “la scatola di sardine”, fortunatamente ha i giorni contati sia a bordo di Virgin Atlantic che sulla flotta di Air New Zealand, dove a breve inizierà il rinnovo degli allestimenti con la nuovissima cabina di business class.
Avere un sedile lato finestrino è inutile, perchè il panorama saranno solo le teste o i piedi dei passeggeri che ci stanno davanti. Magra consolazione quella di essere nell’ultima fila con quindi un pochettino di spazio in più e la privacy data dalla posizione, non dalla struttura della poltrona. L’unico lato positivo è che tutti i passeggeri hanno accesso diretto al corridoio, che certo è un must ma è tutto il resto che uccide l’entusiasmo.
Ed è un vero peccato perchè guardare quello che accade fuori, i colori, i panorami è la parte più bella di ogni volo, almeno per me.
Il sedile
Della configurazione ho già detto, non solo il sedile è orientato nella direzione sbagliata, ma è anche stretto e corto, questo perchè l’obiettivo era mettere più posti possibili a scapito della comodità della poltrona. Volando nell’ultima fila, ho potuto sfruttare come appoggio una parte della struttura che ospitava un armadietto per il personale. Ovviamente di contenitori e di ripostigli in questa poltrona non c’è traccia.
L’unico spazio che si può usare, tolta la cappelliera, è quello sotto il poggia piedi, ma non è né comodo tantomeno sicuro.
C’è un micro tavolino dove appoggiare giusto un bicchiere inserito nella struttura del sedile e poi la tasca dove è presente la rivista, ma ci sta stretto un ipad, figuriamoci altro.
Sembra di giocare a Twist, quel gioco dove devi poggiare mani e piedi sopra i pallini colorati, ecco qui è la stessa cosa, un gioco d’incastro.
L’inclinazione della seduta e lo sblocco del tavolino si gestisce da questa piccola pulsantiera.
Il tavolino esce dalla struttura del sedile davanti, ovviamente si è incastrati e non è possibile alzarsi con il tavolino estratto.
Ho però avuto modo di vedere dal vivo il nuovo video sulla sicurezza a bordo di Air new Zealand, un film ambientato nella cultura maoiri e dove si mostrano alcuni luoghi incantati della nazione australe.
Il volo è veloce, sono poco meno di 2 ore e mezza di viaggio.
Questa poltrona si trasforma anche in letto, o forse sarebbe meglio dire in loculo. La particolarità è che non è possibile farlo stando seduti come nelle poltrone più moderne. Bisogna infatti prima riportare il sedile nella posizione di decollo e poi, agendo sulla pulsantiera all’estremità opposta, premere l’apposito pulsante.
Lo schienale della poltrona si ribalta e diventa così supporto per il passeggero che si può quindi sdraiare. Il problema, almeno per me, è che in aereo non mi piace stare “piatto”, ma preferisco mantenere un po’ di inclinazione per la testa rispetto ai piedi, cosa impossibile in questa configurazione del sedili.
Il servizio
A sopperire le mancanze dell’aereo ci pensa l’equipaggio, davvero super attento e professionale. Appena raggiunta la quota di crociera, è stato distribuito un piccolo aperitivo. Ho optato per del vino locale frizzante. E’ stata anche distribuito il foglio da compilare per l’immigrazione e preso l’ordine per il pranzo.
Purtroppo niente kit di cortesia, niente coperta, solo un cuscino a disposizione. Trattandosi di un volo di due ore sarebbe stato strano il contrario, o meglio Emirates te lo da, ma è Emirates.
Food & Beverage
Il menu è stato distribuito prima del decollo e il pranzo è stato servito circa 30 minuti dopo. Guardando questa foto si capisce benissimo come tutto lo spazio sia calcolato al millimetro e, se si vuole guardare la tv mentre si mangia, bisogna adattarsi ulteriormente a vivere nello stretto.
Come antipasto ho preso pollo affumicato, freekah tostato e mirtilli.
Come piatto principale sono rimasto sul pollo, devo dire che il servizio al piatto e non al vassoio in un volo così corto merita un grande applauso per Air New Zealand.
Per finire ho preso un coppetta di gelato con marmellata di mirtilli. Voto per la cucina 7
IFE
Se tutto è piccolo non ci si può aspettare nulla di diverso con il sistema di intrattenimento di bordo. Lo schermo è il più piccolo che abbia mai trovato su un aereo in business class, ma è più piccolo anche di molti schermi di economy.
Ovviamente è touch, ma volendo si può gestire con il telecomando che è comodamente incastonato nella struttura del sedile.
Fortunatamente, ho sempre dietro il mio adattatore bluetooth AirFly e mi gusto le mia Airpods Max senza stress e senza avere in poco spazio anche a mezzo il cavo delle cuffie.
Le cuffie a disposizione sono di decente fattura e qualità, ma nulla di eclatante.
Lo schermo è piccolo, però l’IFE ha molti contenuti in termini di film, serie tv e giochi. Inoltre propone anche la possibilità di chattare con altri passeggeri o curiosare grazie al fatto che è connesso ad internet.
Ottimo anche il fatto che internet a bordo è gratis per tutti e su tutti i voli.
In conclusione
Vale la pena fare un upgrade su questo volo, la risposta è sicuramente no. Perchè lo ho fatto? Perchè volevo provare un volo premium con questa compagnia. Questo è uno dei casi in cui il soft product surclassa 10 volte a zero l’hard product. Ovvero il servizio di bordo, la cucina e in generale l’atmosfera sono stati positivi, mentre la poltrona e l’IFE hanno lasciato molto a desiderate.
Pro
- Il gelato a fine pasto
- Il servizio
Contro
- La poltrona
- Lo schermo piccolo